Ho visitato le mie montagne , ho visitato il lago
de' cinque fonti , ho salutato per sempre le selve,
i campi , il cielo. O mie solitudini ! o rivo che mi
hai la prima volta insegnato la casa di quella fanciulla
celeste! quante volte ho sparpagliato i fiori
su le tue acque che passavano sotto le sue finestre !
quante volte ho passeggiato con Teresa per le tue
sponde , mentr' io inebriandomi della voluttà di adorarla , vuotava a gran sorsi il calice della morte !
Sacro gelso ! ti ho pure adorato ; ti ho pure lasciati
gli ultimi gemiti , e gli ultimi ringraziamenti. Mi
sono prostrato , o mia Teresa, presso a quel tronco ;
e quell' erba ha dianzi bevute le più dolci lagrime
ch' io abbia versato mai ; mi pareva ancora calda
dell' orma del tuo corpo divino ; mi pareva ancora
odorosa. Beata sera! come tu sei stampata nel mio
petto! — io stava seduto al tuo fianco, o Teresa,
e il raggio della luna penetrando fra i rami illuminava
il tuo angelico viso ! io vidi scorrere su le tue
guance una lagrima ; e la ho succhiata , e le nostre
labbra , e i nostri respiri si sono confusi , e l' anima
mia si trasfondea nel tuo petto. Era. la sera de' 13
Maggio, era giorno di giovedì. Da indi in qua non
é passato momento eh' io non mi sia confortato con
la ricordanza di quella sera : mi sono reputato persona
sacra , e non ho degnata più alcuna donna di
un guardo credendola immeritevole di me — di me
che ho sentita tutta la beatitudine di un tuo bacio.
T' amai dunque , t'amai, e t'amo ancor di un
amore che non si può concepire che da me solo.
È poco prezzo, o mio angelo , la morte per chi ha
potuto udir che tu l' ami , e sentirsi scorrere in
tutta l'anima la voluttà del tuo bacio, e piangere
teco — io sto col pie nella fossa ; eppure tu anche
in questo frangente ritorni , come solevi , davanti
a questi occhi che morendo si fissano in te , in te
che sacra risplendi di tutta la tua bellezza. E fra
poco! Tutto é apparecchiato ; la notte é già troppo
avvanzata — addio — fra poco saremo disgiunti ^..
dal nulla, o dalla incomprensibile eternità. Nel
nulla ? Sì — Si, sì ; poiché sarò senza di te , io prego
il sommo Iddio, se non ci riserba alcun luogo ov'io
possa riunirmi teco per sempre , lo prego dalle viscere
dell' anima mia , e in questa tremenda ora
della morte , perché egli m' abbandoni soltanto nel
nulla. Ma io moro incontaminato, e padrone di me
stesso , e pieno di te , e certo del tuo pianto ! Perdonami ,
Teresa , se mai — ah ! consolati , e vivi
per la felicità de' nostri miseri genitori ; la tua
morte farebbe maledire le mie ceneri.
Che se taluno ardisse incolparti del mio infelice
destino, confondilo con questo mio giuramento
solenne ch' io pronunzio gittandomi nella notte
della morte : Teresa é innocente. — Ora tu accogli
l' anima mia.